depenalizzazione omosessualità in Vaticano – Ratzinger power

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“non intendiamo essere contro la depenalizzazione del reato
di omosessualità, solo non lo riteniamo giusto” prosegue il portavoce del
Vaticano all’ONU “inoltre ci piacerebbe che i cristiani in India, visto che non
è reato essere cristiani, non venissero perseguitati, l’ONU dovrebbe provvedere
a questo con maggiori sforzi.”

Queste dichiarazioni sono false. Scherzavano. Sono stati
fraintesi. Meglio non entrare nel merito comunque, meglio non discutere per ciò
che concerne l’etica di tali frasi. Non buttatela sul moralistico, perché sennò
qualche rappresentante della sinistra italiana si potrebbe inceppare. Proprio
come una volta facevano i vecchi giradischi. Il mio era rosso e logoro, e
quando un 32 giri era strisciato continuava a ripetere lo stesso motivetto,
ricordo che “Anna dai capelli rossi va, p/Anna dai capelli rossi va, p/Anna dai
capelli rossi va, p/ eccetera” proprio una cosa insopportabile. Ma alla fine
dove va ‘sta kazz/alla fine dove andava la cara Anna?

Non ci è dato sapere. Ai posteri l’ardua sentenza.

Ci sarebbe dato sapere, invece, per quale imperituro motivo
i tizi vestiti di nero con capellino cinesino rosso in testa, ma soprattutto
quello vestito bianchiccio con le scarpe di Prada, non riescono a vedere altre
forme di amore oltre a quelle che si possono presentare loro ai grest negli
oratori.

E, un’altra cosa, secondo quale logica perversa la
depenalizzazione di una cosa che-non-sarebbe-reato porterebbe a un matrimonio?
O addirittura alla discriminazione di quegli stati che ancora non hanno realizzato
che potrebbe esistere la celebrazione di un amore che non sia quello tra l’uomo
cacciatore che porta la preda alla moglie casalinga che ha appena finito di allattare
il figlioletto adorato?

Scrivo questo soprattutto per scontrarmi contro chi sostiene
la tradizione. Ma quale tradizione?

Quella di dieci anni fa? Quella di cento? Quella di qualche
minuto o di qualche anno?

Per esempio. È tradizione che il figlio voglia il motorino a
sedici anni e che per guidarlo si faccia il patentito? Se ammettiamo un lasso
di tempo per il formarsi della tradizione di circa dieci anni, allora
quest’ultima non è una tradizione, in quanto la legge che prevede l’uso del
patentino è relativamente recente.

Se diciamo che la maggior parte della massa fa tradizione
allora dovremmo dire che bere Coca Cola a Natale fa parte della tradizione? O
comprare un cellulare?

Sì. Dicono quelli. Ma la tradizione famigliare è un’altra
cosa.

Soprattutto contando che prima del Medioevo, e oltre, i
bambini erano allattati dalla nutrice. Che il modello nostro di famiglia
ristretta si è sviluppato nell’Ottocento.

Oh bella. Fatemi fare qualche calcolo…

Anche il divorzio è tradizione!

Meno male che non le seguo, altrimenti sai quante speranze
di un amore eterno. Cadrebbe anche l’ultimo baluardo delle mie convinzioni.
L’ultimo sentore di un valore nella mia persona.

O forse è già caduto.

De facto siamo dinnanzi alla sbugiardatura, passatemi il
termine, più grande degli ultimi anni.

Aspetta. Hanno compiuto altri atti disdicevoli? Direi degli
ultimi mesetti.

Perché sbugiardatura? Perché la Chiesa dice una cosa ma in
realtà ne pensa un’altra.

È un po’ come quelli che sostengono apertamente che la loro
donna è loro pari, ma poi si aspettano che faccia lei le faccende domestiche,
visto che l’uomo lavora.

Insomma, i gay si rassegnino, perché a Papino Decimino
Sestinuzzolo stanno veramente sul groppone tzuttzi kvesti finokki.

Che, ricordo, in Europa sono la maggioranza.

Quindi, mi dico, quando il caro primo ministro abbronzato di
lampade, dice di voler guardare all’Europa intende per quelle cose che fanno
comodo solo a lui, oppure intende le questioni serie, quelle che stanno facendo
dell’Italia, per la loro non presenza, (chiedo scusa per la frase trita e
ritrita) il fanalino di coda pure da riaggiustare?

Federico